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Questa pagina è esclusivamente dedicata e realizzata dai lettori, i quali sono invitati a partecipare, con poesie e brevi racconti, a questa iniziativa. La Redazione pubblicherà, compatibilmente con lo spazio a disposizione, le opere dei Poeti e degli Scrittori.Gli autori dovranno inviare i loro elaborati a: terzapagina_2006@libero.it
"Passeggiata all'imbrunire"
nel Catanzarese
cielo si spegne all'imbrunire
illuminando come fiammelle
una strada affollata di gente,
che poi s'attarda ancora sulla via
tra il parlottare che mai finisce.
Trasmette benefiche sensazioni
quell'ambiente così raccolto
che sa di qualcosa di retrò.
Lampioni che s'arrampicano
in esili gambi...
quasi fiori bianchi
cresciuti tra il selciato
e il respiro dell'umano.
Svettano intorno palazzi
d'altri tempi che trasmettono
emozioni e odore d'antico.
Quasi s'avverte il parlottare
scandito dai tocchi dei bronzi
che pare sentire là...
dove finisce il viale
tra il vociare di bimbi
e il venditore di caldarroste
che trascina il suo carretto
in una giornata ormai che finisce!
Franco Maccioni
PISEDDOS TOTA VIDA
Giogat noellu pesperu fozìdu
semenat pessos semenat addoros
pigo sa ramp'in chel' e assaboros
a s'accer' ' e un accoro coglìdu
sì lustran sos bibbiglios banzigados
dae lunas ch'alenan su caminu
tand' afuneddo su giogu ladinu
cun ispijos ch'iscettana siddados
isumescios de nuscos a passizu
trumbittan pedijolos de faìnas
su zirig' e s'inniju ponet frinas
pro cosire s'ispant 'e contivizu
Furanzula de 'olos giogantinos
s'azzendet in s'allum' 'e sa lumera
s'ojàda... s'immamat sa triulèra
remìtan' 'e disizos piseddinos
a benis a rundar' in tirighinos
a intr' e un illorum' e majìas
a benis imbentamus fizilìas
solopadas in gul' e caganidos
a giogas subr' a bantos a murmuttu
rupend' indun' ipperrum' e impignos
a benis a ingranire dissignos
lampendech' una ped' intro su puttu
su zirell' iscabadu nde coglimus
dagh'ascian sos buttios dae suta
a cumpagnos sos zinnos de s'iscuta
chi... prò rujas birgonzas nde riimus
Aggrasciados de giog' 'e galanias
pizzinnos oberajos de imbentu
ch'asciamus in sa ramp' 'e su cuntentu
frailalzos de mìlli frascarias
imberriam' a semenes d'amores
ispizadì sos zuffos bentulados
e lustradi sos cavanos basados
pa.ssadissos a se ber' 'e sabores
in chel' e marranìas boladoras
prisoneras in brazz' e sa medida
anzadas anzoneddas lean bida
frimmendes' in s'istirìg' 'e sas oras.
Angelo Lombardo
HO FRUGATO FRA STERPI
Ho frugato fra sterpi.
Ritornerò con l’ombra
dei passeri nel grembo
eterno.
Riceverò forze.Desideri suggeranno luci.
Sognare comete
primavere
poi lentamente dormire.
Gigi Dessi
Non so perché quello che ti voglio dire lo scrivo ma...
il mio silenzio è come mille parole
il mio saluto come un lungo discorso.
Quando ti guardo vorrei guardarti fino all'infinito
parlarti fino all'infinito
ma quando ti vedo c'è qualcosa che mi blocca
e riesco a dire tre parole a stento
non vorrei cadere in quei discorsi già sentiti mille volte e rovinare tutto
vorrei poter parlare senza preoccuparmi
senza quella sensazione che non m fa dire
che mi piaci per davvero
anche se non te l'ho detto
e non me ne frega niente se dovrò aspettare ancora per parlarti
dirti solo una parola
e io ti aspetterò
aspetterò fino a quando deciderai tu
deciderai di accettarmi oppure di di lasciarmi fuori da te
ma ti chiedo di non dirmi "rimaniamo solo amici"
perché non ti posso vedere e non ti vedrò mai come amico
e se dovrò aspettare d vedere la neve a luglio aspetterò
ma se te sei sicuro che la neve a luglio non poterà mai arrivare
allora diventeremo seriamente come la neve e l'estate
come semplici compagni si scuola
e io ti aspetterò ma se a priori da parte tua non c'è niente
allora non farmi aspettare e non lasciarmi illudere e farmi credere che potrà nevicare a luglio...
Buon San Valentino.
Alessandra Cecchini
A mia nonna
Chino sulla sera ti cerco nel
cielo
che piano si accende dei suoi
frutti migliori.
Ti vedo sempre, mio angelo
perduto,
e non ti trovo
mai.
Sei dietro le stelle e sei
nei miei
sogni,
chiara come una lampada
e buoia come la tua stessa
tomba.
Sei la luce che mi da
aria
e il cemento che mi
soffoca.
Vorrei crederti
vicina
o anche lontana,
dietro quell'orizzonte
che a fatica
vi nasconde.
Andrea Cottone
Come ombra o deserto
ho aspettato mille anni
il tuo sorriso assai pregiato.
Come una perla preziosa
o come la neve,
sei bianca e calda in
ogni tuo gesto,
sei umile e sublime
e sei unica e fantastica.
Ho dentro fuoco e rimorso,
rabbia e veleno,
perché per me sarai sempre
quel treno perduto
che portava alla vita;
e per altri mille anni ancora
resterò comunqe
la tua triste ombra
e sarò polvere e sabbia
del mio stesso deserto.
Andrea Cottone
Notte
Notte non ti c'andes!
Addura unu momentu
po' piaghere,
a mi faghere cumpagnia
proprìu oe
chi soe pensamentosu!
Sos pensamentos
curren a largu
inue ateras nottes,
divressas, insambenana
sas istellas tuas.
Notte non ti c'andes,
addura pò piaghere
unu momentu,
chelzo sa cumpagnia tua
po' m'allenare
dae custu pistighinzu.
Notte non ti c'andes,
non inserres in falzos bigliettes
s'isperantzia de s'omine
ancora presoneri
de sa "lughe"sua"!
Isettamos umpare
un'atera "lughe"divressa
chi ancora devet arrivare
po' chi su notte siet un'afranzu
e sa s'istellas
lambrigas de lentore!
Franco Maccioni
(Poesia 2^ classificata al 3° Concorso Letterario in lingua italiana e sarda "Poesie di solidarietà…per ricordare Tiziana" - 1° giugno 2007 a Guspini-Cagliari- )
Un Figlio che ancora non c'è
Ti ho visto mille volte
nel sonno mio profondo,
brillavano i tuoi occhi
sul tuo dolce viso tondo.
Ti ho stretto fra le braccia,
ma eri il bimbo del vicino,
e non ti dico quanta gioia
nel sentirti lì vicino.
Ho scelto già il tuo nome
ma ancora non ci sei,
e se tu non arrivassi
non so cosa io farei.
E se penso, che adesso,
Tu già mi strazi il cuore,
chi mai sopporterebbe
negli anni della vita,
un simile dolore.
Per cui confido in Dio
di starmi un po' vicino
per farmi un grande dono
nelle vesti di un Bambino.
Antonino Gatto
Cinquant'anni sono come
L'ultima ora del pomeriggio,
quando il sole tramontato
ci dispone spontaneamente alla riflessione.
Nel mio caso, tuttavia,
il crepuscolo mi induce al peccato.
Forse per questo,
arrivata alla cinquantina,
medito sul mio rapporto
con il cibo e l'erotismo,
le debolezze della carne,
che più mi tentano,
anche se, a ben guardare, non sono quelle
che più ho praticato.
Isabel Allende
Di fronte alla siepe
Seduto sul greto di questo fiume torto
che scorre anonimo e perso, sono solo,
senza i miei amati denti da latte attorno,
unico senso, ingombrante aspettativa;
e l'eco non giunge di temerarie madri,
né il silenzio di fedeli compagne.
Sono solo come un cactus e da questo rigo
d'acqua piango la sorte di sponde separate.
Verità vecchie e nuove, come pesci, tra le mani
mi scivolano, filando, non le ripescherò più.
Fiume dannato!
Questo incessante andare, moto
castrante ti vorrei gelare, tanto
da unire questo mio margine:
ingannevole solidità tra di noi.
Natura spoglia perché non mi doni il volto noto?
Una bigia prende il volo tremato momento.
Sono solo e certo su questo greto che l'alveo temuto
non tenterai intraprendere per giungermi accanto.
Antonio Colaianni
LA VITA
Lucenti stelle nella notte
e infiniti pensieri con lontani ricordi.
Un cuore vicino che ti ama tanto
neri dolci sapori di momenti sublimi.
Negli anni passati nell'avventura,
sperando un futuro meno incerto,
cadendo nel fango, ti sollevi stordito,
solo e scontento, intirizzito dal freddo
e un cuore di ghiaccio vicino.
La vita che viene a donarti?
Dolori e momenti felici, tu speri,
e stringi i pugni con dita sanguinanti
e ti vedi trafitto da tanti pensieri,
mentre osservi pareti immacolate
rigate soltanto da solchi di sangue.
Allontani questi tristi momenti
e riprendi a vivere nel dono dell'amore
con la speranza che il buon Dio è vicino.
Franco Maccioni
POKER
Cinque... cinque fotografie, figure, fra le mie mani:
Mia madre, mio padre, mio marito, mio figlio mia figlia.
Tutta la mia vita nelle mie mani, nei miei occhi,
un solo sguardo...
Il cuore chiuso in una pietra, occhi asciutti, stanchi...
vuotati dal pianto...
La vita, la morte, mescolano le foto, in un gioco crudele...
Tre... tre fotografie fra le mie mani:
mio marito, mio figlio, mia figlia.
Tris: ho vinto!
Lacrime, calde, riportano la vita e la luce
nel buio della mia anima persa nel dolore...
Anna Caterina Vicino
A Te Figlio Auguro
A te figlio auguro un amico sincero.
Un abbraccio per ogni dispiacere.
Un sorriso per ogni lacrima.
Il sollievo ad ogni dolore.
Un sogno per ogni delusione
e momenti di consolazione.
Di sapere combattere con dignità.
Di non arrenderti alla prima avversità.
Di trovare nel buio della vita
una luce accesa.
Di saper ascoltare oltre al "sentire"
Di saper vedere oltre al "guardare"
Di trovare nella disperazione
la forza di continuare.
Stringendo i denti voltando pagina,
il coraggio di volare.
ti auguro di saper cogliere
le piccole cose
di saperle vivere
di farlo intensamente.
Silvana Stremiz
È così
È così, ogni volta che sento di lei, non vorrei mai lasciarla,
che ne leggo le frasi, descritte, e mi sento di esistere, appieno,
la sua assenza reale, è un passaggio forzato al sognare,
desiderio di poterla vivere, accanto, per sempre.
Non chiedetemi niente, non comprendo domande,
ne contemplo risposte da darvi, le ho soltanto per me,
hanno un unico suono, stesso significato,
La mia stessa vita, la mia stessa vita.
Si, vita, proprio quella che sento iniziata,
dal momento in cui l'ho incontrata, dal momento,
che ha percorso i sentieri del dentro di me,
dall'istante immediato in cui l'ho sentita.
È bellissima, bellissimo è esserle al fianco,
ascoltarla, sognarne di nuovo a incontrarla,
desiderarla, sentirsene attratti, avvinti, pervasi,
mi copro della sua essenza, e cammino ovunque mi porti la strada.
Senza nessuna vergogna, nessuna paura, forte del mio sentire,
anima in fiamme, cuore riempito di sangue,
nascità in petto, lo sento, son nuovo, diverso,
son quello che prima a guardare gli specchi, restava nascosto.
E lei è così, infinito sentire di essere, sempre diversa se stessa,
trasmette, travolge perfino, trapassa il mio corpo,
e ne restano macchie indelebili, come simboli marchiati a fuoco,
io la sento, è con me, mi trascina all'inferno,
di quel tipo che ho sempre sognato, che ho sempre cerca.
Roberto Di Nardo
Quelli...
Quelli che fanno del bene alla povera gente...
Quelli che dicon la verità e odiano chi mente...
Quelli che, per chi soffre, si commuovono facilmente...
Quelli che trattano vecchi e anziani molto gentilmente...
Quelli che a tutte le avversità non si lamentano per niente...
Quelli che commerciano guadagnando molto onestamente...
Quelli che vanno in Chiesa e si battono il petto veramente...
Quelli che non hanno peli sulla lingua e parlano apertamente...
Quelli che rappresentano la Legge e non si corrompono per niente...
esistono ancora sulla faccia della terra o sono scomparsi totalmente?...
Gilbert Paraschiva
Giardini Naxos - Taormina
Com'è dolce del mare il ritornello
che quasi t'incanta, t'ispira poesia;
pure il cielo, a Giardini, è molto bello:
fa scrivere canzoni e risvegliar la fantasia!
E, oltre al ciel, la montagna di Taormina,
carica di storia e pien di bellezza
t'incanta di notte, ti affascina di mattina
e, al sol guardarla, provi tanta allegrezza!
Odore di fiori, di mare, di verde, di pineta
in questo luogo che, credete, è un vero incanto,
si ispira ogni pittore, scrive versi ogni poeta!
E, nelle notti stellate, ti par di udire un canto:
saran le sirene che han scelto Naxos come meta
o coloro che andandosene via da qui han pianto?
Gilbert Paraschiva
Sensazioni
Stamane
Esplodo di gioia
Coi fiori.
Ma piango sapendoli colti
Stasera.
Lino Vecchi
Cavatina
Nel giardino della vita
Per riempirmi
Di dolcezza.
Colgo fasci di illusioni
e mi inebrio
di amarezza.
Lino Vecchi
NON CAPIRSI
Non è stato capito quell'uomo
e forse è stato meglio così
perché dopo si era reso conto
di una voluta distrazione dell'altro.
Non è stato capito quell'uomo
quando intensamente e con sentimento
aveva sussurrato parole dolci.
Ma forse è stato meglio così!
Non è stato capito quell'uomo
quando con un amore totale
si era abbandonato nella dolce illusione
che forse neppure gli apparteneva.
Poi l'uomo è stato capito,
ma oramai era troppo tardi
per continuare a capirsi!
Franco Maccioni
A LÀCUNI
Làcuni, bidda mia,
deo no mi cuntento
mai de t'ammirari, ca T'adoro.
Cintecoi podia
cantari su ci sento,
dd'aia a fàiri cun arpas de oro.
Cun s'àlidu 'e su 'entu,
cantu: cussu strumentu
m'acumpangiat sa 'oxe 'e su coro
e cantu, bene o mali,
po Ti ari de afetu unu sinali.
Atiri T'at cantadu,
cun poéticu donu,
fixius tuas e gente furistera.
Unu T'at onoradu,
postu in divinu Tronu,
umili artzat sa tua bandiera.
Issu allutu at su fogu,
fait luxi a su logu
cun sa Fidi prus arta e verdadera
e jadu T'at vantella,
Làcuni, terra santa e terra bella.
Is arrexinis Tuas,
in su scoriu postos,
àndanta de is séculus in fundu.
Sinalis Tui cuas
de antenadus nostos
bénidus millas annus a su mundu.
Iant a èssere pastores
o frotzis gherradores?
Girandu is terras tuas totu in tundu,
anti giai agatadu
arrastu de su pòpulu passadu.
Duncas, sa preistoria
e is cosas iscritas,
tistimòngianta sa tua 'ecesa
e ti 'anta sa groria
sa groria ci meritas,
cara patria mia lacunesa.
Tui no ti fallughis
ma mancu t'ingenughis,
fai sempre cumente ses avesa:
portadd'artu su fronte
e frima abarra sèmpere che monte.
In Tei est bellu totu,
s'ierru, su 'eranu,
bellos funti s'istadi e-i s'atongiu.
Totus anti connotu
su crima friscu e sanu
candu 'e saludi tent'ant abbisongiu.
Cini ddu est istadu,
T'hat sèmpere 'antadu
e-i mi podet esser tistimongiu.
Ita sa gioventudi!
Bella, donosa, de manna virtudi.
Deo, po mala sorte,
su mundu apu giradu,
logos leggios e bellos apu 'idu
e potzo narri forte:-
nudda m'at incantadu
che-i su santu lacunesu lidu.
Cini no bolet crere,
mi fatzat su praxere,
bengiat a bidda, deo ddu cumbidu.
M'at a jari su 'antu
e m'at a narri : -Sì, est unu 'spantu.
Lacunesos, onore,
a sa 'idda fatzaus
e tìrrias e òdius lasseus.
Intr''e noso s'amore
prima 'e totu pongiaus,
amore e paxi lassadus de Deus.
No iat esser bellu
cust'orrugu 'e xellu
a uba noso totus biveus
c'esseus enimigus!
Siaus fradis bonos e amigus.
Deus nos at xiadu
unu fradi a modellu,
unu pòburu fixiu de messaiu.
In Lacuni Issu est nadu
ma po disinnu bellu
s'ùnicu 'estìri Sua fut su Saju.
Portad'at cussu mantu,
illuminadu de divinu raju.
Noso a Issu invocheus
po s'esse' tistimongiu ananti 'e Deus.
Elia Lai
IL DONO
DELLA VITA
Come il sole appare...
la terra genera la vita
e il seme germoglia
anche là...
dove sterpi e sassi
confondono nell'intimo
l'uomo incredulo e cinico!
Dietro il ventaglio si nasconde
la giovane e timida sposa...
pare si copra dal getto di riso
di solito lanciato...
per un futuro bene augurante.
Ma il dipinto nasconde un dono...
una cellula di vita s'innalza
e appare come un sole
in un cielo tratteggiato e nervoso
quasi complice di un evento!
Un seme che germoglia
nel grembo materno di una sposa
...ed è il dono della vita!
Franco Maccioni
NEL DOMANI
Nel domani
incarto la fragranza dei miei silenzi,
graffio dal cielo la luce
che mi sfida a dirigere
stagioni e miniature
di secoli.
Imploro gli occhi
di non affogare
in fili di sagome e promesse.
Ho bisogno
di un sogno,
di un inchino alla luna,
di un senso da offrire
al seno del mondo.
Nel marciare
di vene e destino,
mi vedo gioco d'acqua,
suono di fuoco,
cometa d'aria,
vibrazione di terra.
E stabile nuvola
lascio la pelle
a ripassare
l'odore della vita.
Michela Zanarella
Poesia
Un foglio innevato
ed inchiostro corvino
insieme a banchetto
per un progetto divino.
Mescolare a dovere
pensieri e parole
e sposarli in eterno
alla luce del sole.
Così sono nate
sotto luce soffusa
esemplari poesie
dalla grammatica confusa.
Portate dal fato
a sfiorare ogni cuore
con orecchio sincero
e dentro l' animo amore.
Per donare un brivido
che ti tocchi e fugga via,
verso la prossima anima
bisognosa di poesia.
Antonino Gatto
Amore reciso
Passeggiando in cerca d'amore
nell'immenso prato della Vita,
resto attratto dal profumo di un fiore
che ha alleviato la mia strada in salita.
Così forte è stato l'inebrio,
che a resistergli non ho potuto,
e l'ho colto col desiderio
di dar voce al suo cuor sordomuto.
Instancabile mi son dedicato
alle cure più premurose,
per bagnare il suo animo delicato,
come il vaso di un mazzo di rose.
Ora il fiore che ho colto è appassito,
ma del suo stelo conservo l'amore
che ho donato ad un corpo ferito
dal mio desiderio di cogliere un fiore.
Antonino Gatto
No' s'intendet alientu...
No' s'intendet alientu ne sisia,
mancu pranta si movet e ne foza.
Istanote s'aera est ispoza
de andantanas nues passizeras
e sos isteddos, antigas lumeras,
tràmudan sa bellesa 'e sa natura
chi non b'at poesia ne pintura
chi la potat descrier totacanta.
No' s'intendet alientu ne sisia,
mancu foza si movet e ne pranta.
Ciu-ciu, a de die canta-canta,
como sun asseliados sos puzones,
àteros che assiles e matzones
in catza isterrinde sas farrancas,
finas animales a duas ancas…
ma est mezus chi no'si nde mentovet.
No' s'intendet alientu ne sisia,
mancu pranta e ne foza si movet.
Si ch'at bonu pintore si bi provet
cun sos suos colores e pinzellos
a immortalare custos logos bellos
chi semper amos bidu e connotu,
prima chi los distruan totu totu,
chi los reduan a chisina ebbia!
Mancu pranta si movet e ne foza,
no' s'intendet alientu ne sisia.
Tue, poeta, pone in poesia
totu s'amore tou po sa Sardigna,
frorìzali sas rimas, ca est digna
d'esser connota e apretziada,
custa richesa chi nos est tocada
mai ne si regalat ne si 'endet!
Mancu pranta si movet e ne foza,
ne sisia, alientu no' s'intendet.
Chie totu custu lu cumprendet
sa cosa sua si la tenet contu
e no' at esser ne macu ne tontu
si la costoit che veru tesoro,
che ogetos de prata e de oro
no' che fugliat sos benes a su 'entu!
Mancu pranta si movet e ne foza,
no' s'intendet sisia ne alientu.
Tue, fizu 'onu, istabi atentu,
usa semper rispetu a mama tua
e cantu podes dogn'ora l'azua
portande alta sa sua insigna,
a la difender semper ti b'impigna
e cun totu sas fortzas, a malaoza!
No' s'intendet alientu ne sisia,
mancu pranta si movet e ne foza!
Antoni Piras
Due occhi sulla riva
sono pronti a salpare
sul messaggio che ha
increspato
l’immensa distesa del
cuore.
Due occhi dagli abissi
innalzano vele
gonfiano al vento le idee
fendendo le onde del
tempo.
Due occhi nell’azzurro
cercano una stella
la sua luce avvolge
desiderio
in un silenzioso remare.
Salvatore Pintore
Un angolo buio, recesso del nucleo.
Propaga suoni indistinti.
Echeggiano nello spazio,
tagliano il vento,
si abbattono su un muro di foglie.
Vibra la rugiada percorre lenta la foglia
come il viandante sospinto verso l'ignoto;
ondeggiano verso il gambo
si calano dolcemente
plasmandosi intorno
fluendo nell'insieme unico.
Ambracati al cordone ombelicale pulsante
si lasciano cadere. "Plop"...
Arturo Gamba
Buon Compleanno 13 Maggio
S'apre d'incanto il tuo nuovo giorno,
e dalla finestra trafigge il sole,
fra il cinguettio dei merli che fanno ritorno,
ed in aria il profumo che sa di viole.
L'aria è calda e vellutata,
e d'una danza di cotone sembra invasa,
è il pioppo rigoglioso che fà la sfilata,
e col vento tra le frasche, porta il seme in ogni casa.
I fiori che hanno colorito i bracci spogli,
ora lasciano cadere i petali sul verde prato,
e al loro posto i frutti in germogli,
vantano l'arrivo d'un anno prelibato.
E mentre la natura sfavilla il suo splendore,
un piccolo di rondine richiama la sua mamma
che fra le campagne è in cerca fra la canna,
del cibo preferito per portarlo alla sua prole.
Così oggi m'appresto ad iniziar il primo giorno,
di questo nuovo anno che mi dona il suo ritorno,
e parto per barattar del mio tempo in denaro,
perché con noi umani, il destino è stato un po' più avaro.
Riferimento: Festeggio il giorno del mio compleanno, pensando come la natura manifesta il suo ciclo perpetuo, e come l'uomo debba comunque essere schiavo del proprio lavoro, e per questo spesso non gli resta neppure il tempo di ammirare e vivere ciò che la natura ci ha generosamente donato.
Antonino Gatto
STORIA D'AMORE
IN SARDEGNA
Il pigro Ilbono,dopo tanto ozieri,in un'umida giornata di nebida decise di recarsi in campagna a cuglieri nuxis.Mentre riempiva i busachi vide in collinas Tottubella che pascolava le cabras.Ricordando le parole di mago-madas che dicevano che non sarebbe rimasto ancora assolo per molto tempio,segui Tottubella fino a lasplassas della sua casa;o mentre pensava e si ripeteva "osilo o non osilo" si castiadas in giro.Poi timidamente budduso alla porta.Venne ad aprire la mamoiada."Scusi" disse Ilbono "Ma simaxis" rispose lei "Entri e si setzu.Chi siete gavoi?"."Sono Ilbono -rispose - e sono venuto a chiedere la mano di sua figlia".Mamoiada disse " Ma siete siurgus di quello che fate?"."Ossi" rispose lui."Cos'avete da offrire?"."Sanvito e alloggio nella mia mansardara". "Allora sisini" rispose mamoiada.Così,in una limpida sera di lunamatrona,coronarono il loro sogno d'amores e vissero benetutti.
Antonio Saddi- Assemini
8 Dicembre: l'Immacolata!
8 Dicembre: Festa dell'Immacolata!
A te non pare di udire una musica?
A te non pare di vedere una fiaccolata?
E l'aria che respiri non ti sembra profumata?
E' vero, non solo l'Immacolata è la Madonna,
anche se, in realtà, una sola è Maria,
ma permettimi che, in questo Santo giorno,
io sia a parlar soltanto della Madonna mia,
della Vergine che vent'anni fà mi ha miracolato,
e da un un tremendo male al colon mi ha
salvato!
E' vero, di Maria son proprio tante le Festività,
come tanti sono i nomi di paesi e di città
che festeggiano puntualmente il Suo Anniversario
e lo si può vedere consultando il calendario!
Si festeggia l'Annunziata, la Madonna di Loreto
Quella di Montevergine e Quella di Roseto;
tanto venerata è pure la Madonna di Pompei,
ma permetti che quattro righe io le dedichi
alla Madonna dei tanti pellegrinaggi miei?
Sono andato a Parigi a la Medaille Miraculeuse,
a Lourdes, Fatima, Siracusa e Medjugoria
e, ovunque, l'ho vista portare sempre in gloria!
Era sempre Lei: l'Immacolata Concezione,
Quella che, in ogni luogo, fa tanti miracoli,
purché la preghi veramente con fede e
devozione!
Gilbert Paraschiva
PISEDDOS TOTTA VIDA
cun giògulos de lughe e de majia
a bortas paret chi ape sonniadu
in s'intimu,in coro cussevadu,
su deris(i) pintadu fit incantu;
ammadrigo lampizos de ispantu
addeschende sos bisos de una '
fiorin in mente sentimentos
e mi torro a bider dae nou
tando s'isumescia ponzo a prou
carignos,imbèrrios,nd'aprofitto,
e cussa bramosia no isfritto
sos frutos bellos ricos de ammento
S'anima ischido che prenda amorosa
giogulanos alenos de disizos,
apentos, istralleras, iscurrizos
in laras cun su risu giovanile,
s'ammentu de bisaja in su giannile,
dèchile in su filare ,fit modosa.
Daiat vida a su filu filadu
e cussu cabu cherzo islorumare
a sa funes de sole apo a ligare
sas istrinas pienas de sentidos,
ispiràglios giaros, coloridos
de su connotu chi fit impressadu.
Su filu tessìdu, in cussos annos
che licore l'apo assaboriadu
e bido che retratu su passadu
paschende sas pasturas de abbono,
cussa allegria m'ido galu in ojos,
fin anzenos de tottu sos afannos.
Mi rebuddin in mente cuddos giogos
in su foghile ullutu, ite consolu,
su culilughe pesaiat bolu
sepestaiat sas pupias mias
e sas lunghe arcanas fin sas ghias,
ammajadoras fin de pintos logos.
Ma est finidu su cantu intonadu,
mancadu meda m'est cussu ispassizu,
de torrare piseddu apo desizu;
cun boghes risulanas de recreu
arribboche sienda in coro meu
e piseddu in s'itragna so restada.
PREMIU LOGUDORO DUAMIZA E NOE
SU PRIMU PREMIU
MINNIA PANI
PO SU DONU FATTU
Nascia se mia creatura,
a basi de crosciu de mate mendula,
prima de andai in sepoltura,
offertu appu opera splendida,
a sa bella circoscrizioni de Pirri.
Offru sa mia opera rara,
oi a su populu fazzu isciri
puru sa mia bella cantara.
Speru chi sei tottus cuntentus
De s'opera de mei presentara,
chi affrontara tottu is bentus,
po s'arregordai in sa storia,
custu cantu tenei in sa memoria.
Francesco Cocco
(Cavaliere del Lavoro
poeta,scultore e pittore vive a
Cagliari nella Via Ingurtosu)
Sola,
nella mia camera,
fra le mie cose.
Fuori piove un po'
tengo la finestra aperta
per sentire il profumo della terra bagnata.
Nello stereo un cd strappalacrime...
Vorrei alzarmi,
metterne un altro
ma non ci riesco...
Il segreto di certe canzoni
è che non vogliono spiccicarsi da te...
Anonimo
Svegliata da un sogno.
Sembra assurdo un sogno che ti sveglia...
Dovrebbe essere il contrario.
Sono rimasto lì, nel letto con le gambe distese
a cercare l'angolo in fondo,
tra coperta e materasso, quello più caldo e nascosto...
In mente, ancora le immagini del mio sogno...
Un anno d'amore ritorna in mente quando meno te lo aspetti...
frasi, immagini, attese, colori che sembrano ancora veri.
Ora la radio è accesa e ho il libro davanti...
Ma quel sogno è ancora qui.
Anonimo
Preghiera
Signore Noi ti preghiamo affinché il definirci "Cavalieri" ci aiuti ad essere una presenza sicura a cui ci si pur rivolgere quando lo si desidera.
Aiutaci nel nostro essere Cavalieri e Dame a trovare la forza di donare la speranza a chi incontriamo e la fiducia, pregando il Signore, affinché ci illumini tutti dal buio e ci arricchisca con la Sua povertà.
Esaudisci o Signore, le nostre Preghiere, benedici questa spada, della quale questi tuoi servi desiderano cingersi, degnati di Benedirli con la destra della tua Maestà, affinché essi possano essere difensori dei più abbietti.
Prendiamo l'elmo della salvezza e la spada dello Spirito Santo, Sposo di Maria, una spada fiammeggiante che si trasforma in torcia splendente per illuminare il cammino degli uomini verso un'alba foriera di pace, fratellanza, amore e sapere.
Combattiamo e preghiamo in ogni tempo, con ogni forma d'orazione e di supplica, per mezzo dello Spirito Santo.
Voglia il Nostro amato San Venanzio Fortunato farci incedere sempre a testa alta con la fierezza e l'onore di vero e fiero Cavaliere!
Possiamo portare onore alle Ns. Famiglie, fama e gloria al Ns. Ordine!
Alfredo Mulè
Avevo freddo, così tanto freddo
e provavo continuamente a rubarti anche un solo sguardo.
Provavo a farmi capire da te.
Avevo freddo e tu non l'hai nemmeno notato.
Avevo freddo e tu non riuscivi nemmeno a credermi.
Cosa posso fare per fuggire da questo gelo?
Puoi rendermi almeno la mia coperta? Almeno...
Antoine Zona
Faida maledetta
Un velo pietoso si stende,
si arrende in terra glorioso.
Con muto dolore
si benda quel cuore
di tutta la gente,
per non farlo soffrire.
Si chiama, si geme
s'impreca, si teme,
trà ardite colonne
di templi di antica memoria,
nascoste da spine
che grondano sangue,
il passato, la storia...
eventi funesti,
in anfratti riecheggiano,
vecchie e nuove commedie
di odio e vendetta,
di faida maledetta
che fine non ha.
Anna De Santis
Domani ti chiamo
Mi hai detto domani...
Ho aspettato,
ma quando mi chiami?
I miei occhi son persi
sul nero strumento
che separa il mio amore,
un continuo tormento,
quando sarà quel giorno
che squillerà al cuore?
Ci ho creduto,
il tempo è passato
il mio sguardo è cambiato,
ancora ti aspetto
mi treman le mani
sul nero strumento,
avevi detto... domani.
Anna De Santis
Il mare
Lo scafo consunto e verdiccio
della vecchia feluca
riposa sul lido...
sembra la vela mozzata
che sogni ancora nel sole e nel mare.
Il mare ribolle e canta...
Il mare è un sogno sonoro
sotto il sole d'aprile.
Il mare ribolle e ride
con le onde turchine e spume di latte e argento,
il mare ribolle e ride
sotto il cielo turchino.
Il mare lattescente,
il mare rutilante,
che risa azzurre ride sulle sue cetre d'argento...
Ribolle e ride il mare!...
L'aria pare che dorma incantata
nella fulgida nebbia del sole bianchiccio.
Palpita il gabbiano nell'aria assopita, e al tardo
sonnolento volare, si spicca e si perde nella foschia del sole.
Antonio Machado Y Ruiz
8 Dicembre: Festa dell'Immacolata!
A te non pare di udire una musica?
A te non pare di vedere una fiaccolata?
E l'aria che respiri non ti sembra profumata?
E' vero, non solo l'Immacolata è la Madonna,
anche se, in realtà, una sola è Maria,
ma permettimi che, in questo Santo giorno,
io sia a parlar soltanto della Madonna mia,
della Vergine che vent'anni fà mi ha miracolato,
e da un un tremendo male al colon mi ha salvato!
E' vero, di Maria son proprio tante le Festività,
come tanti sono i nomi di paesi e di città
che festeggiano puntualmente il Suo Anniversario
e lo si può vedere consultando il calendario!
Si festeggia l'Annunziata, la Madonna di Loreto
Quella di Montevergine e Quella di Roseto;
tanto venerata è pure la Madonna di Pompei,
ma permetti che quattro righe io le dedichi
alla Madonna dei tanti pellegrinaggi miei?
Sono andato a Parigi a la Medaille Miraculeuse,
a Lourdes, Fatima, Siracusa e Medjugoria
e, ovunque, l'ho vista portare sempre in gloria!
Era sempre Lei: l'Immacolata Concezione,
Quella che, in ogni luogo, fa tanti miracoli,
purché la preghi veramente con fede e devozione!
Gilbert Paraschiva
Un semplice saluto
Un semplice saluto,
ormai, già lo si sa,
arricchisce chi l'ha avuto
e non impoverisce chi lo dà.
Vorrei che questo saluto fosse vero,
non importa se breve ma sincero!
A me il saluto, lo sai, mi delizia,
mostra quant'è bella la nostra amicizia,
a patto che questa sia proprio vera,
pensando che chi li manda sia sincera
persona che non abbia nulla da occultare,
perché, sa bene, che mi potrei adirare!
Se in passato ero "L'Uomo della Notte"
che dava solo baci e mai fatto a botte
ora,se qualcun mi vuol prendere in giro,
dirò solo "Grazie!" e poi…mi ritiro!
Gilbert Paraschiva
DOV'E' DIO?
(dove lo penso io)
Per me Dio dovrebbe essere
DAVANTI, VICINO, SOTTO,
SOPRA, ATTORNO ed IN TE
per i seguenti motivi:
DAVANTI per indicarti
La giusta strada da percorrere;
VICINO per tenerti per mano
E, all'occorrenza, proteggerti;
SOTTO per accoglierti quando cadi;
SOPRA per darti la Sua benedizione;
ATTORNO per difenderti
quando gli altri ti attaccano ed
IN TE per consolarti quando sei TRISTE!
DICO "dovrebbe" ma senz'altro "E' così!"
Perché soltanto se avrai la ferma convinzione
Che Lui realmente si trova IN TE,
dalla tristezza senz'altro ti libererà,
se penserai che sia ATTORNO a te,
da eventuali attacchi ti difenderà,
se SOPRA, da Lassù la Sua benedizione ti darà,
se SOTTO, cadendo, fra le Sue braccia ti accoglierà,
se VICINO, vedrai che Lui per mano ti terrà e
se DAVANTI, la giusta strada Lui ti indicherà!
Gilbert Paraschiva
Angelo Mudu va' in pensione
Immoi Angelinu ca andas in pensioni
Gei ti meritada a ti pasiai
Su restu de is'annus po gosai
Cun sa famiglia tua in unioni
Sindacalista de professioni
S'operaiu sempri prontu a d'agiudai
Su riposu gei d'asi a meritai
Ma….no' a modu de fai su mandroni
Omini saggiu de bonuadi generosu
Po s'amigu sinceru e fideli
In su traballu puntuali e operosu
In su spidali tanti onorau
Bivi felici in bidda orgogliosa
Chi su pani gei d'asi meritau
E si ancora ti cicanta aggiudu
Castia tui Angelinu Mudu
Omero Atza
A SORRE MIA UNU CANTIGU
Isconsolada dae cando ses partia
Ohi, pitichedda, pitichedda mia.
Ando e torro senz'arreposare
cun su libru de sas fotografias.
Ti bio, de pagu meses pippia,
Comente unu frore troppu bellu
Chi fae timere imbidia,
Ti giughede in coa mama, in costumene antigu.
Cecia in mesu nostu simile a regina.
Pustis, prus mannita,
Impressada, istringhes una " bambola ",
battia, solu a tie, dae Casteddu.
A s'isposongiu de tata Mariantonia,
cun sa borsettedda istrinta mei sa manu,
ses giai una "signorina".
Ohi, sorrighedda , sorrighedda mia!
Cun custu cantigu ti cheggio ninnare
Po podere su distaccu unu pagu alleviare.
Cando ses diventada una picciocca,
errisu et allegria in domo nosta,
sempre prena de amigas e piccioccus.
In mesu a cussa gioventude,
babbu et mama, creiant cuau,
s'isposu a tie destinadu.
Antonietta no est " farra de faere ostias ",
de sa vida sua cherret possessu,
superbamente, bestìa "sa divisa",
in logu aillagru andat a trabagliare,
mancari mama prangat a iscuncorriu.
Ohi, sorrighedda, sorrighedda mia!
Cun custu cantigu ti cheggio ninnare
poite ti siat prus lebiu su viaggiu.
Male fadada!
Su corpus tuo non connoschiat su frittu,
ti mancat su sole e sa Sardigna,
ma tue ses contenta in su trabagliu,
no intendes arrejones pro torrare.
Su coro in mesu, puru si ponet,
e su caminu tuo est bell'et factu!
Comente nos has nau medas bottas
" a bivere cun sa gente hapo imparau "
Ohi , sorrighedda de su coro meu!
Fusti forte che orroca in terra nosta,
unu entu malu t'hat feriu a morte,
ti ses arrendia, ma cun dignidade,
solu sa manu cherias a ti pigare.
De frores e de prantu inghiriada,
"sull'attenti " un ultimu saludu,cun s'onore
t'ant accumpangiada
Ohi, pitichedda, pitichedda mia,
a fine annu nos'has postu in dolu!
Totus sos sognos tuos sunt segaos,
dognia bellesa s'ammantat de tristura
s'animu meu est arrabiau,
sa durchesa si mudat in velenu,
sa mala sorte frastimo con affannu.
Puru in su cantigu isfogo e m'inchieto,
ma tue lassami narrere non m'abbandones,
si est beru, comment'ha promintu Deus,
ispetto de ti biere in Paradisu,
in cuddu mundu chi n'ant siat su mengius.
Ohi sorrighedda de su coro meu!
In su dolore S'amore si faet prus mannu
Et in custu momentu,
de una sorre si pesat su lamentu.
A bellu a bellu, ripitio sa cantada
Chi ti faiat mama in su brasciolu:
"Dromi vida e coro arreposa anninnia,
Ohi, figighedda, figighedda mia!"
Custu ammentu est po nos consolare
De tae bistu andare prima e totus
Et a sa familia nosta siat de cunfortu.
Giusi Ledda
La Romanella
Mì nonna, benedetta indò riposa,
se comportava come 'na formica
e puro si avanzava 'na mollica
l'utilizzava per un'antra cosa.
Perciò er dovere primo d'ogni sposa,
pure che costa un'oncia de fatica,
è d'esse sempre, a la maniera antica,
risparmiatrice, pratica e ingegnosa.
Si avanza un po' de pasta, mai buttalla:
se sarta cò un po' d'acqua solamente,
pè falla abbruscolì senz'abbrucialla.
E la riuscita de 'sta Romanella
che fa faville e che nun costa gnente
dipenne da 'na semplice padella.
II
Mò l'urtima invenzione è 'na padella,
che quello che se còce poi se stacca,
mastice, colla, pece e ceralacca,
se rivorteno come 'na frittella.
'Sta novità sarà 'na cosa bella,
ma dato che la Pasta nun attacca
in pratica sarebbe 'na patacca
perché dev'esse mezz'abbruscatella.
Vedete, er gusto nun dipenne mica
dar fatto che diventa più odorosa,
ma dar sapore de padella antica.
E detto questo, porca la miseria,
fò a meno de la chiusa spiritosa,
perché 'sto piatto qui è 'na cosa seria!
Aldo Fabrizi